Da un vecchio album di ritagli, appunti e foto spuntano alcuni scatti in bianco e nero. Una cascina in pietra, profili di rilievi appenninici, alberi frondosi e un gruppo di persone felici che sorridono all’obiettivo del fotografo. C’è una data, 1953, ma non ci sono riferimenti precisi ai luoghi, dati probabilmente per scontati da chi quell’album lo ha confezionato. È da questo piccolo scrigno di ricordi che parte l’emozionante “viaggio delle radici” in terra piacentina di Michelle Hevron.
Michelle vive a Richmond, in Virginia, ove lavora come research specialist alla Margaret R. and Robert M. Freeman Library del Virginia Museum of Fine Arts. Tutti i suoi nonni sono di origine italiana, ma è in particolare il nonno materno, Sante, a farle conoscere ed apprezzare la cultura, la lingua e la cucina, ma anche il calore della sua terra di origine. Sante, nato nel 1919, era uno quattro figli di Esterina, chiamata Estella, Nicolini e Francesco Pisani. I bisnonni di Michelle, originari di Piozzano, un piccolo comune del Piacentino posto in Val Luretta, erano emigrati nel 1912 in America. La famiglia si era stabilita a Hoboken, nella contea di Hudson (New Jersey) ove da tempo si era formata un’estesa e coesa comunità italiana (proprio ad Hoboken era nato nel 1915 Frank Sinatra). Francesco ed Estella mantennero sempre uno stretto legame con la famiglia e con il paese di origine. In particolare Estella e la sorella Palmira hanno intrattenuto una corrispondenza per tutta la vita, con scambi di foto e notizie che, per decenni, hanno attraversato l’Atlantico.
Nel 1930, poco dopo essere diventata cittadina statunitense, Estella tornò per un breve soggiorno, portando con sè il figlio più giovane, Lorenzo, che, avviato ad una promettente carriera di cantante lirico, soggiornerà spesso in Italia. Fu proprio Lorenzo, nel 1953, assieme alla sorella Mary, a compiere un nuovo e lungo viaggio in Val Luretta. Lorenzo aveva probabilmente con sè una macchina fotografica e scattò diverse foto in bianco e nero, poi raccolte in un prezioso “album di viaggio”. Proprio questa raccolta di documenti, che reca la data ma non l’indicazione del luogo, finisce, diverso tempo dopo, tra le mani di Michelle, la quale avverte, che, proprio tra queste annotazioni ed immagini, sono racchiuse le origini della sua famiglia.
Inizia così un lungo percorso, anche archivistico, di ricerche genealogiche e di riscoperta delle radici. Nel corso di un primo viaggio, effettuato nel 2023, Michelle, accompagnata dal marito James, ha modo di vedere la chiesa di San Nazzaro e Celso, nella piccola frazione di San Nazzaro di Pavarano, ove i suoi bisnonni si erano sposati prima di partire alla volta dell’America. Mostra agli abitanti le foto del 1953. Sono passati 70 anni dagli scatti di Lorenzo e nessuno riesce a riconoscere le persone e a localizzare la cascina. Ma Michelle non demorde. Poi nel 2024, grazie ad un contatto con Daniela Morsia della Biblioteca comunale di Piacenza, si innesta un tam tam di richieste e confronti. Grazie all’importante aiuto di Giacomo Nicelli, giornalista del quotidiano “Libertà”, le foto arrivano ad Anna Ghlefi, 89 anni, memoria storica di San Nazzaro. È lei non solo a riconoscere Cascina Poggio (in dialetto al Pos), a lungo di proprietà di una nobile famiglia, ma anche una delle persone ritratte, Giuseppe Nicolini, detto Pipon che allora vi abitava. Così nel maggio 2024 Michelle e la sua famglia (stavolta ci sono anche le figlie Lauren ed Isabelle), compiono un nuovo viaggio in Italia che li porta direttamente nei luoghi delle origini. Abbracciano Anna Ghelfi che ha al suo fianco il figlio Ermanno Buzzi e la nuora Luciana Soprani. Il giro prevede naturalmente una tappa alla Cascina Poggio, ove Michelle trova una struttura cambiata sì, ma con gli inconfondibili segni del paesaggio delle foto in bianco e nero. C’è tempo anche per una visita a casa Pisani, a Roccapulzana di Pianello, molto probabilmente luogo di provenienza del bisnonno Francesco. Il proposito di Michelle è ora quello di completare le ricerche e di tornare presto a riabbracciare le persone che hanno reso il suo viaggio delle radici un’esperienza davvero memorabile.
Materiale provisto da Daniela Morsia – Conservatore dei Fondi Antichi