Il convegno sulle Fave di San Colombano, tenutosi il 1° dicembre, è stato un primo passo per promuovere questo prodotto De.Co. e rilanciarne la coltivazione e l’uso alimentare,” ha dichiarato il sindaco di Ziano Piacentino, Manuel Ghilardelli. L’evento si è svolto a Vicobarone, all’interno di un programma ricco di attività organizzate dalle associazioni locali.
Tra i relatori, Renato Girometta ha narrato la leggenda legata al passaggio di San Colombano, avvenuto intorno all’813 durante una carestia. Il santo suggerì di seminare le fave, e miracolosamente la popolazione trovò il campo ricco di raccolto, salvandosi dalla fame. Questa storia è accompagnata da una filastrocca in dialetto e il campo indicato dal santo prende oggi il suo nome.
Matteo Balderacchi, dell’Accademia della Cucina Piacentina, ha illustrato l’uso delle fave nei ricettari locali e ha realizzato uno show cooking, preparando il piatto tradizionale di fave e cotiche, servito successivamente negli stand gastronomici. Ha sottolineato come la preparazione di questi piatti, che richiedono tempo, potrebbe essere affidata a ristoratori per preservarne la tradizione.
Il professor Vincenzo Tabaglio ha analizzato le qualità delle fave e ha proposto la creazione di un censimento dei coltivatori, incentivando privati, agriturismi e ristoranti a valorizzarle nei propri menù. Ha auspicato che il convegno sia solo il primo di una serie di incontri volti a rilanciare questa coltivazione.
Il sindaco ha ringraziato tutti i partecipanti, in particolare il CAF di Vicobarone per l’ospitalità, e ha confermato l’impegno dell’amministrazione a cercare finanziamenti per reimpiantare questa varietà e sostenere ulteriori studi.
A conclusione dell’evento, è stato proiettato il cortometraggio “Storie di fave e altro ancora,” realizzato dalla scuola primaria di Ziano Piacentino e vincitore del premio Cineclub Piacenza 2022.
La giornata ha visto anche la partecipazione di una trentina di espositori, laboratori per bambini, artisti di strada e stand gastronomici con prodotti tipici. L’iniziativa rientra nel progetto di Turismo delle Radici, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero della Cultura grazie ai fondi Next Generation EU.